In un mondo sempre più orientato verso la sostenibilità e l'ecologia, Urban Grap, uno studio di architettura italiano, sta guadagnando notevole attenzione per la sua approccio innovativo all'integrazione del verde nell'architettura. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Valerio Cruciani, uno dei fondatori di Urban Grap, per scoprire di più sui loro progetti e sulla loro missione di creare un legame armonioso tra l'ambiente costruito e la natura.
Siamo uno studio di architettura che si è via via avvicinato a un'architettura più sostenibile, quindi verde, green, e questo diciamo è diventato un po' lo scopo e l'ambizione di descrivere questo tipo di approccio, quindi ci basiamo su una filosofia che integra il verde non soltanto come abbellimento, come ornamento, ma parte essenziale dell'architettura.
Abbiamo un progetto che un po' incarna la nostra filosofia, che è appunto la nostra ricerca, ed è un progetto che abbiamo realizzato di recente vicino a Bologna e fa parte del compound della Philip Morris, ed è un edificio per la formazione 4.0, quindi per la nuova professionalità. Questo edificio un po' incarna i nostri valori, è un edificio che nasce con un tetto verde per riacquistare uno spazio tolto e una pelle verde avvolgente che lega e armonizza l'edificio.
Sì, infatti l'edificio si presenta come un edificio completamente trasparente per proprio usare la luce naturale per tutto l'arco della giornata e per tutto il periodo dell'anno, e abbiamo una sorta appunto di filtro di pelle esterna che serve a filtrare la luce diretta del sole e quindi a proteggerlo nelle ore più calde del giorno. E questo tetto verde non solo quindi serve a isolare meglio l'edificio, ma regala uno spazio outdoor che altrimenti sarebbe perso per sempre.
Certo, sì, siamo impegnati molto nelle scuole perché è un tema molto importante, anche perché è un tema di formazione proprio dalle nuove leve della società. Lì il verde è non solo il posto di ricreazione, quindi esterno, eccetera, ma diventa appunto uno strumento architettonico, quindi tetto verde che serve appunto a eliminare l'isolante di calore, al drenaggio dell'acqua, all'isolamento acustico, ad aiutare l'ecosistema a non essere... A far capire ai ragazzi il ciclo di vita.
Certo, è vero, è vero, e quindi questa pelle avvolgente, questo studio che abbiamo fatto che portiamo avanti, lo stiamo proponendo anche in queste tematiche, diciamo che sono al di fuori anche del residenziale o dei consueti... Abbiamo visto in negozi, in aeroporti, è molto fragile, in realtà c'è un sistema di sostituzione, di gestione, come si dice, appunto di gestione, però sicuramente...
Certo, una parete morbida, permeabile, bella, ma che appunto... Anche delicata, se vogliamo... Delicata, bisogna prendersene cura, ma ha tanti vantaggi, cattura il CO2, ci regala ossigeno e ci regala quel legame essenziale con il nostro pianeta, con il nostro abatto. Empaticamente.
Sì, la parola che noi usiamo sempre e che poi anche fa parte del nostro nome è proprio questo, stiamo cercando, nella nostra architettura, nel nostro pensiero, di trovare un'armonia, un nuovo legame, ricucire quel gap fra costruito e natura. Ecco, questa è un po' la nostra missione.
Urban Grap sta dimostrando che l'architettura sostenibile non è solo un'idea astratta ma può essere realizzata con successo, migliorando la qualità della vita e riducendo l'impatto ambientale. La loro missione di creare un legame armonioso tra l'ambiente costruito e la natura sta guadagnando terreno, e i loro progetti innovativi stanno ispirando una nuova generazione di architetti e progettisti a considerare il verde come parte integrante dell'architettura moderna. Il futuro delle città potrebbe benissimo essere più verde grazie a visionari come Urban Grap.
Intervista condotta da Giorgio Tartaro