La nostra casa Biofila: alcuni consigli

 

 

Di cosa parleremo in questo nuovo articolo:

AMBIENTI DOMESTICI

Durante ogni viaggio in cui ho l’opportunità di avvicinarmi a culture diverse dalla nostra, rimango affascinata dall’enorme forza creativa che contraddistingue l’essere umano, quando si tratta di costruire gli ambienti domestici in cui non di rado passa la maggior parte del suo tempo vitale.
Quello che accomuna tutte queste costruzioni, sia che si tratti di una semplice capanna nella foresta amazzonica di qualche membro di una società nomade, sia di un piccolo appartamento al 19° piano di un condominio in una delle grandi metropoli mondiali appartenente ad un essere umano stanziale di una società occidentale, è la volontà di soddisfare numerose esigenze pratiche e funzioni simboliche.
I primi rifugi, oltre a proteggerci dalle minacce e a rappresentare luoghi sicuri, nel corso della storia evoluzionistica della nostra specie si sono trasformati, sempre di più, in ambienti altamente complessi che oggi devono svolgere anche numerose altre funzioni. Sono il luogo in cui si svolge la nostra vita familiare e sociale, dove eseguiamo molteplici attività quotidiane; è qui che ci prendiamo la libertà creativa per rendere gli ambienti unici e personalizzati e dove raccogliamo e custodiamo i nostri ricordi.

 

ATTACCAMENTO PSICOLOGICO E AFFETTIVO CON LE NOSTRE ABITAZIONI

Trascorriamo fino al 90% del nostro tempo negli spazi indoor, tra le nostre case e i luoghi di lavoro. Gli spazi domestici con le loro caratteristiche e qualità, da sempre sono oggetto di numerose ricerche, ricevendo notevole attenzione da parte della comunità scientifica, accentuata sicuramente dalle recenti esperienze del periodo pandemico durante il quale abbiamo tutto dovuto fare i conti con le caratteristiche delle nostre abitazioni.
Noi esseri umani sviluppiamo un attaccamento psicologico e affettivo con i luoghi, in primis con le nostre abitazioni (Baroni, 2008). Questo attaccamento può essere di natura emotivo-familiare, estetico, funzionale, socio-emotivo e cognitivo-culturale (Costa, 2009). Si ritiene che le persone che nel loro tempo libero passano molto tempo nella propria casa, sviluppino un legame più forte rispetto alle persone che trascorrono più tempo fuori casa (Fuhrer e Hartig, 1993).

 

PROGETTAZIONE BIOFILA

Negli ambienti residenziali, e negli immediati dintorni, oggi abbiamo a disposizione adeguati strumenti per garantire o migliorare il nostro stato di benessere psicologico e fisiologico legato alle nostre peculiarità biologiche, cognitive ed emotive. Diversi studi condotti all’interno di contesti residenziali hanno dimostrato il potenziale di rigenerazione e di riduzione del fattore stress che possono essere implementati da una corretta PROGETTAZIONE BIOFILA.

L’aspetto fisico e la qualità di un edificio, il suo design, la tipologia dell’arredamento, la suddivisione e disposizione degli spazi interni ed esterni sia privati che condivisi, la sicurezza sia dell’abitazione che del quartiere e dei dintorni, le opportunità di socializzazione con i vicini e il senso di comunità, oltre ad altri aspetti che riguardano da vicino la progettazione biofila, incidono tutti in maniera significativa sul grado di soddisfazione degli abitanti e la loro salute psicofisica.

Esistono alcuni protocolli di progettazione biofila che però presuppongono studi interdisciplinari in ambito scientifico. Qui di seguito abbiamo cercato di fare una piccola selezione di argomenti di base semplici da applicare per tradurre la nostra innata biofilia negli ambienti domestici:

1) Favorire e valorizzare la luce naturale per tenere in equilibrio il nostro ritmo circadiano. Integrarla con la luce artificiale, ove non fosse sufficiente. Evitare luci fredde e intense nelle ore serali.
2) Preferire materiali e finiture naturali per le finiture orizzontali e verticali interne, oltre che per gli arredi: legni preferibilmente locali con venature, pietre e marmi, terracotta, canna, sughero, ecc.
3) Inserire piante negli ambienti interni ed esterni: tetti verdi, giardini verticali, facciate verdi, giardini, balconi e terrazze, piante in vaso, muschio, ecc. Preferire le specie autoctone, ove possibile. Selezionare le specie in funzione alle loro caratteristiche versus quelle degli ambienti e alle attività da svolgere al loro interno; fare attenzione a non inserire piante con caratteristiche di tossicità dove sono presenti bambini piccoli e animali.
4) Abbinare colori naturali usando palette cromatiche composte da tonalità di beige, marrone, verde, azzurro, nelle sfumature preferite.

 

La creatività non ha confini!

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Bettina Bolten, Biophilic design consultant

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