Passione per il Territorio e il Verde: il Design Mediterraneo tra Radici e Innovazione

Intervista a membri del gruppo Ismo: Nico Devito, Rocco Mele e Carmine De Renzi

Nel mondo del design, esistono realtà creative che sono in grado di coniugare con maestria tradizione e innovazione, dando vita a opere uniche e sorprendenti. Il Gruppo Ismo è uno di questi collettivi progettuali che, sotto l'egida di questo suffisso, ha saputo incarnare la passione per il territorio e i materiali autoctoni, creando oggetti di design che raccontano la storia della loro terra. In questa intervista esclusiva, Nico Devito, Rocco Mele e Carmine De Renzio, tre delle menti creative di Gruppo Ismo, ci svelano il segreto del loro successo e la filosofia che guida la loro progettazione.

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Partiamo da Ismo, di che si tratta? Cos'è un collettivo progettuale?

Nico Devito (Designer): Ismo nasce dalla passione comune di cinque persone che si sono unite per creare oggetti di design che riflettono la nostra identità territoriale. Quest'anno, al Salone del Mobile di Milano, abbiamo ottenuto un grande successo, dimostrando la nostra capacità di esprimerci e di valorizzare le forme artigiane locali.

Per questa esperienza, infatti, abbiamo collaborato con un'azienda meridionale specializzata in marmi. Ognuno di noi ha disegnato prodotti che raccontano storie legate al nostro territorio.

 

Visto che parliamo di progetti, quale ci volete raccontare oggi?

Rocco Mele (Architetto): I progetti di Ismo partono da un'idea di prodotto che riflette i processi tipici della nostra regione, ma con un profilo di industrializzazione. Vogliamo creare oggetti che siano in sintonia con le produzioni locali.

 

A proposito del design mediterraneo, come si fa a coniugare una progettazione contemporanea alla capacità produttiva della tradizione?

Carmine De Renzio (Architetto): Noi siamo molto legati alla nostra terra e alla nostro stile di vita. I nostri prodotti sono pensati per essere utilizzati all'aperto, tenendo conto del clima favorevole della nostra regione, la Puglia.

 

Il verde è diventato uno strumento di progettazione. Voi lavorate anche in rapporto al verde? visto che siamo ospiti di Verde Profilo.

Rocco Mele (Architetto): La progettazione parte proprio dall'idea di questo rapporto importante dell'architettura con il verde, ma credo sia proprio un atto fondante di ogni tipo di progettazione. E questo rapporto è anche, in qualche modo, influenzato nel mondo del design perché ci sono poi oggetti che direttamente o indirettamente sono legati al verde, alla natura.

 

C'è un riferimento ai maestri, citavi Buti o il bolidismo, nel vostro modo di lavorare?

Carmine De Renzio (Architetto): Sicuramente Remo Buti è stato il mio maestro in assoluto. Ho avuto la fortuna, inoltre, di conoscere Stefano Giovannoni, Guido Venturin con cui ho condiviso le mie prime esperienze.
Remo ci ha insegnato a capire tante cose, tanti equilibri formali che prima d'allora io forse ancora non avevo ben chiaro in mente. Quindi questo riferimento esiste ed è forte nella mia progettazione.

 

Ho percepito un legame con il mare, si citava il design mediterraneo, vogliamo aggiungere qualcosa rispetto a questo grande tema?

Nico Devito (Designer): La passione per il mare ci nasce come il sangue che ci scorre nelle vene, viviamo quotidianamente il rapporto col mare. Nei nostri progetti, ma anche nei prodotti disegnati per questa collezione, l'outdoor.
La salinità che potrebbe rovinare qualunque elemento, è stata declinata tra un prodotto fatto in acciaio inox e delle superfici che ben resistono all'esterno. È un’osmosi continua con il mare e quindi con la salinità e il salmastro che contraddistingue realmente tutti i nostri pensieri.

 

C'è un tema molto interessante che sta venendo avanti e il verde è protagonista in questo senso ed è quello legato all’invecchiamento del manufatto.

Secondo voi ci sono altre dinamiche di questo genere che state mettendo in atto rispetto al passaggio del tempo, alla patina, all'invecchiamento del progetto?

Nico Devito (Designer): Faccio un esempio simpatico a questo riguardo. A seguito del lockdown mi ricontatta un cliente a cui dieci anni fa avevo progettato un attico spettacolare in zona Umbertina, a Bari. Durante il covid, ha pensato di crearsi un Ortus ma avendo ancora dello spazio a disposizione ha voluto un ampliamento di questo progetto già eseguito, proprio dedicato all'orto.

L'orto urbano sta diventando certamente un elemento importante, coniuga la bellezza del verde, la manualità di dover coltivare e portare avanti quelle che sono le piccole culture, la cura, la passione, l'amore. Quindi il verde sta rivestendo, a mio parere, un grandissimo aspetto proprio di creatività, anche personale.

 

Quindi “cura” può essere la tua parola chiave? E qual è quella di tutti voi?

Nico Devito (Designer):Cura” e “dedizione” sono il mantra del nostro lavoro. Noi abbiamo, da sempre, come stimolo quello di curare ogni dettaglio.

Rocco Mele (Architetto): Credo che, accanto alla “tradizione” guardiamo all'innovazione, l'innovazione sostenibile. Ritengo che questa dualità sia fondamentale per ogni approccio progettuale, soprattutto in merito ai temi ormai contemporanei della sostenibilità nel design e dei cicli di vita degli oggetti.

Carmine De Renzio (Architetto): Io ho sempre detto, ai miei collaboratori, “Sorprendere senza strafare” e che la mia parola d'ordine è “oltre” nel senso di oltre la facile immaginazione.

Il Gruppo Ismo è un esempio straordinario di come sia possibile coniugare tradizione e innovazione nel mondo del design. Le menti creative di Nico Devito, Rocco Mele e Carmine De Renzio ci hanno condotto in un viaggio alla scoperta della loro filosofia progettuale, sottolineando l'importanza del legame con il territorio e la natura. Ismo continua a stupire con i suoi progetti unici, dimostrando che il design può essere una forma d'arte che abbraccia il passato e abbraccia il futuro con creatività e passione.

Intervista a cura di Giorgio Tartaro

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