Perché la maggior parte di noi esseri umani preferisce ambienti in cui sono presenti alberi, rispetto a scenari urbani privi di verde?
Perché ci lasciamo la città alle spalle per avventurarci nella Natura durante i week-end o in vacanza, percorriamo lunghe distanze in auto per poter ammirare boschi con foliage autunnale, andiamo nei parchi cittadini nel tempo libero o durante la pausa pranzo, teniamo così tanto al nostro piccolo orto dietro casa, mettiamo tante piante e fiori sul nostro balcone?
Esiste forse un "bisogno di Natura" che spiega tutte queste preferenze e i nostri comportamenti?
Il nostro amore innato per la Natura e per tutto quello che è vivo ha un nome: si chiama BIOFILIA.
Il biologo dell'università di Harvard Edward Osborne Wilson nel 2002 la definì come la "tendenza innata a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente". La Biofilia è legata alla Natura, intesa come "il sistema totale degli esseri viventi, animali e vegetali, [...] che presentano un ordine, realizzano dei tipi e si formano secondo leggi" (Treccani); essa comprende quindi gli animali, le piante, i funghi, l'aria, l'acqua, il suolo e i suoi invisibili abitanti.
A noi di Verde Profilo interessava particolarmente comprendere e indagare uno specifico aspetto della Biofilia: volevamo capire, perché tanti di noi apprezzano così tanto le piante e i fiori.
Abbiamo così scoperto il concetto di FITOFILIA.
In questo articolo:
Questo termine venne studiato dall'etologo austriaco Irenäus Eibl-Eibesfeldt, tra i fondatori dell'etologia umana (= branca della scienza moderna, in particolare dell'antropologia, che studia le basi biologiche e culturali del comportamento umano) e allievo del più famoso Konrad Lorenz. Egli la definì come una SOTTOCATEGORIA della BIOFILIA, perché la Fitofilia si concentra sulle piante, che sono soltanto uno degli aspetti della Natura viva.
"FITO", dal greco phytón (ϕυτόν), significa pianta; "FILIA", dal greco philía (ϕιλία), significa amore o passione, quindi si tratta del nostro AMORE PER LE PIANTE.
Per comprendere il nostro profondo legame con il mondo vegetale, dobbiamo tornare indietro nel tempo e alle origini della nostra specie. Le piante furono un fattore chiave per i nostri antenati che si sono evoluti nella savana africana, sia come risorse alimentari sia come protezione dal sole e da possibili predatori. Oltre al loro ruolo centrale come risorsa, le piante erano anche indicatori di altri fattori essenziali per la sopravvivenza dei nostri antenati: dove prosperavano le piante, c'era acqua a sufficienza. Inoltre, c'era una maggiore probabilità di incontrare animali cacciabili in pozze d'acqua aperte. Pertanto, la presenza delle piante indicava la disponibilità delle risorse più importanti di cui la specie homo aveva bisogno per sopravvivere: cibo vegetale e animale, acqua, oltre alla protezione dai predatori e dal calore.
La percezione e la consapevolezza dei vantaggi legati alla presenza delle piante si è sviluppata sotto forma di FITOFILIA, che si esprime in una reazione emotiva positiva agli stimoli vegetali.
La teoria evoluzionistica può spiegare anche il nostro apprezzamento estetico per i fiori che è legato ad una motivazione biologica: i fiori segnalavano ai nostri antenati la presenza di risorse per il futuro, perché i fiori nel tempo spesso producono frutti e noci commestibili.
Anche la teoria estetica degli psicologi ambientali Kaplan e Kaplan (1989) ci può aiutare a capire perché ci piacciono le piante: percepiamo qualcosa come bello se ha un certo grado di complessità. Troppa complessità porta al sovraccarico sensoriale e all'incertezza, troppo poca alla noia. La complessità degli ambienti naturali - nelle nostre case essa è rappresentata dalle piante indoor - è ottimale: le piante sono irregolari, semplici, cambiano nel tempo e sono molto diverse tra di loro.
Un'altra teoria che riguarda la nostra preferenza per le piante, si chiama teoria della rigenerazione dell'attenzione (Kaplan, 1995). L'attenzione diretta che usiamo per svolgere compiti che richiedono molta concentrazione ci costa fatica. L'attenzione spontanea e involontaria, invece, che si innesca automaticamente di fronte a un paesaggio naturale, ci rigenera. Le piante da interno sul posto di lavoro o nelle nostre case sono adatte a questo scopo.
Le piante erano così importanti nella nostra storia evoluzionistica che ancora oggi possiamo osservare molteplici effetti positivi sull'essere umano legati alla loro presenza. Gli ambienti naturali o vegetali influiscono sulla fisiologia e sulla psiche, ma anche sullo stato di salute generale, come hanno dimostrato numerosi studi scientifici e sperimentazioni sugli effetti positivi delle piante.
La nostra conclusione è inevitabile: le piante migliorano le nostre vite e ci rendono più contenti!
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Bettina Bolten, Biophilic design consultant