Oggi più di un terzo dell’inquinamento globale sembra essere riconducibile alla filiera delle costruzioni (Fonte: UN 2022 Global Status Report for Buildings and Construction). Un cambio di paradigma sembra essere inevitabile e obbligatorio per ricorrere a una cultura e una mentalità più rispettosa dell'ambiente.
La parola “sostenibilità” è diventata un termine ormai ricorrente; quasi in ogni ambito, l’economia globale trova un modo per collegarsi a questo concetto. Allo stesso tempo sembra essere diventata anche una delle parole più “sfruttate” e svuotate del suo contenuto originale. Oggi spesso si usano termini come “eco”, “sostenibile” e “naturale” per dare un nome a inutili e a volte dannosi esercizi di stile.
Ciononostante, il significato del concetto di sostenibilità rimane molto chiaro: si tratta della “condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri” (Treccani). Sostenibile è vivere in maniera prospera ed equa mantenendoci nei limiti biofisici del pianeta. Essa è un valore che riguarda ogni aspetto della nostra vita e il suo raggiungimento dovrebbe essere il nostro obiettivo principale.
Nell’ambito dell’architettura la sostenibilità riguarda la progettazione di edifici che cerca di limitare il più possibile il loro impatto ambientale. La finalità progettuale è l’efficienza energetica, come anche il miglioramento della salute, del comfort e l’aumento della qualità degli ambienti. Si tratta di integrare strutture, materiali e tecnologie appropriate che rispettino i cicli biogeochimici della terra.
Ciononostante, oggi non è più sufficiente essere soltanto sostenibili verso l’ambiente. Bisogna andare oltre, perché in un mondo sempre più interconnesso, con più della metà della popolazione mondiale che vive ormai nelle grandi aree urbane, le nostre vite si svolgono secondo un ritmo digitale velocissimo che è lontano dal ritmo naturale che ha accompagnato la nostra specie per millenni regolando il nostro ritmo circadiano. La rapida espansione urbana in tutto il mondo, porta con sé cambiamenti sociali, ambientali e anche culturali che separano sempre di più l’Uomo dalla Natura. Questo allontanamento dall’habitat naturale in cui la nostra specie è sopravvissuto per lunghi anni durate l’evoluzione e al quale ancora oggi siamo perfettamente adattati, ha un forte impatto su di noi a livello fisiologico, psicologico, comportamentale, cognitivo e anche affettivo. Pertanto, dobbiamo applicare nuovi metodi di progettazione che favoriscano sia il nostro legame innato con la Natura, sia la salvaguardia dell’ambiente.
Il Biophilic Design oggi è una valida risposta che si pone come obiettivo di rinsaldare il legame antico tra Uomo e Natura e di creare ambienti rigenerativi dove la biofila umana trova la sua massima espressione. Come disse già nel 2008 Stephen Kellert, l’ecologo di Yale che fu il primo a parlare di progettazione biofila: “ll Biophilic Design è il tassello mancante nell’architettura sostenibile corrente.”
Sempre Kellert chiamò la disciplina che unisce la sostenibilità ambientale con la sostenibilità che si rivolge all’essere umano come “RESTORATIVE EVIRONMENTAL DESIGN” (DESIGN AMBIENTALE RIGENERATIVO).
Noi di Verde Profilo siamo molto attenti al tema della sostenibilità all’interno delle soluzioni del verde per gli spazi architettonici indoor e outdoor. Inoltre, siamo diventati dei veri appassionati e ambasciatori della biofilia e del Biophilic Design con una mission molto precisa:
Vogliamo contribuire a rendere gli ambienti costruiti indoor e outdoor sempre più piacevoli
e salubri per gli utenti.
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Bettina Bolten, Biophilic design consultant
